Secondo le statistiche del Center for Consumer Freedom (associazione per la difesa dei diritti dei consumatori), nel 2012 il rifugio PETA di Norfolk ha ospitato 1110 gatti e 733 cani. Di questi, 22 gatti e 108 cani sono stati trasferiti, 2 gatti e 3 cani sono stati reclamati dai legittimi proprietari, e a 1045 gatti e a 602 cani è stata tolta la vita con l’eutanasia. 34 gatti e 7 cani sono invece stati collocati sotto la voce “Miscellanea”.
Ma non finisce qui, perché questo problema non sarebbe sorto nell’ultimo anno scorso: infatti il Center for Comsumer Freedom già nel 2009 aveva denunciato l’utilizzo ‘sconsiderato’ dell’eutanasia da parte della PETA e, sempre secondo i dati di quest’associazione, dal 1998 la PETA avrebbe ucciso ben 29.398 animali domestici.
La PETA si difende affermando che l’eutanasia è stata applicata come necessità. Il punto è che le parole dell’associazione descrivono come ‘necessità’ la sovrappopolazione degli animali e il loro essere ‘inadottabili’, e questo ha creato non poco sbigottimento fra gli animalisti. Ha detto infatti il portavoce della PETA:
"La maggior parte degli animali che prendiamo in custodia sono rifiutati dalla società, sono aggressivi, su punto di morte, o comunque non adottabili."
In pratica, dunque, l’associazione ritiene ‘necessario’ praticare l’eutanasia su animali non adottabili, e questo ha sconcertato non poco il mondo animalista e non solo, lasciando tutti perplessi sia per l’azione in sé che per le motivazioni addotte. E se si considera che si tratta di un’associazione che si proclama in difesa dei diritti degli animali, lo sgomento non può che crescere notevolmente.
Fonte: Attualissimo.it