Tre settimane seguendo la filiera della carne di cane. E’ quella cinese, del procacciamento, commercio e macellazione, fino alla ristorazione di carne di cane ma anche di gatto. Il nuovo documento prodotto da Animal Equality lascia molto poco spazio alle parole. Il video è una sequenza di scene crude e che mostrano senza veli tanta violenza.
Gli attivisti hanno visitato il mercato dei ‘Tre Uccelli’ di Dali, situato a Nanhai, quello di animali esotici a Wuhan e quello di Fu Xing. Si sono inoltre recati in due allevamenti di cani a Jiaxiang e Jining, e al mattatoio di Zhanjiang.
Durissime le accuse. Non solo per la scontata riprovazione per quanto documentato, ma anche per altri aspetti quali il furto di cani padronali e non. Animal Equality mostra a tal proposito il prelievo dei randagi dalla strada e quello di altri cani da un luogo privato. Nell’allevamento di Jining sarebbero così stati trovati cani rubati, che ancora indossavano i vecchi collari che avevano in famiglia. Erano utilizzati per la riproduzione.
Gli allevatori avrebbero finanche ammesso questi furti, riconoscendo di aver violato le leggi cinesi in merito al commercio di animali. Personaggi ad alto rischio. In qualsiasi momento la situazione potrebbe degenerare eppure gli animalisti era lì, con la telecamenra nascosta.
In questi allevamenti, spiegano da Animal Equality, i cuccioli con meno di due mesi vengono stipati nelle gabbie in attesa di essere trasportati verso i mercati ed i macelli. Dopo un viaggio di oltre 1.200 chilometri, gli animali, ancora rinchiusi nelle gabbie, raggiungono i mercati. Qui vengono gettati violentemente dai camion a terra, come mostrano le immagini ottenute. Molti riportano addirittura fratture a causa dell’impatto. Alcune gatte gravide partoriscono nei camion in viaggi che durano anche oltre 24 ore. Impossibile, in questi casi, bere o mangiare. I piccoli muoiono schiacciati a causa del sovraffollamento nelle gabbie.
In questa investigazione sono stati visitati i mercati di Wuhan e Fuxing, dove cani e gatti vengono venduti ai ristoranti e ai macelli della zona. Come mostrano le immagini, a Zhanjiang, i cani sono tenuti in una stanza chiusa e buia, nella quale manca l’aria, senza cibo ne acqua, in attesa di essere colpiti alla testa e pugnalati a morte.
Ogni anno oltre diciotto milioni di cani e quattro milioni di gatti, verrebbero uccisi in Cina per il consumo di carne. Questa abitudine alimentare è particolarmente diffusa al confine nord-est del paese con la Corea e nelle regioni meridionali di Guizhou, Guangdong e Guangx. Il consumo è assente a Pechino ed è stato vietato nel 1950 a Hong Kong.
Animal Equality lancia una nuova campagna internazionale: Senza Voce, per chiedere la fine del cruento commercio di carne di cane e gatto in Cina. Animal Equality sta collaborando con alcune realtà del luogo per perseguire questo obiettivo. La campagna è iniziata nel mese di aprile e da allora oltre 192.000 persone hanno appoggiato la petizione. Quando sarà raggiunta quota 200.000, le firme saranno consegnate alle ambasciate cinesi in Germania, Spagna, Italia, Inghilterra, Stati Uniti e Messico.
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Fonte: Geapress.org