USA: Stretta del Governo contro le "fabbriche di cuccioli"


Giro di vite del Dipartimento dell'Agricoltura americano contro le "fabbriche di cuccioli". Gli allevatori di cani che vendono cuccioli su Internet dovranno ottenere licenze federali per portare avanti l'attività. Le nuove regole, annunciate ieri, sottoporrebbero i proprietari di cani che allevano più di quattro femmine e vendono i cagnolini online, per posta elettronica o per telefono alle stesse regole valide per i titolari di un allevamento.
Questa decisione è stata presa anche perché finora molti allevatori che fanno affari sul web hanno scavalcato la supervisione federale figurando come negozi di animali al dettaglio, esenti da obblighi di licenza, in quanto gli acquirenti possono vedere gli animali prima di acquistarli e decidere se sono sani e curati. Una situazione ben diversa rispetto a quando si acquista, invece, su Internet.
L'idea alla base delle nuove norme è che sia gli ispettori governativi sia gli acquirenti possano vedere gli animali con i propri occhi prima della vendita, ha detto all'"Huffington Post" Kevin Shea, amministratore del Servizio ispezioni ispezione sanitaria degli animali dell'Usda, ha fatto poi sapere che l'agenzia governativa ha preso questi provvedimenti dopo aver osservato i risultati di una relazione del 2010, che ha fatto luce sulle condizioni orribili delle cosiddette "puppy mills" (fabbriche di cuccioli) negli Stati Uniti. Il rapporto raccomandava, infatti, agli organi competenti di inasprire le leggi sul benessere degli animali - scritte più di quattro decenni fa, molto prima dell'avvento di Internet - per porre un freno gli allevatori senza scrupoli. Oltre a trovare sporche e infestate da insetti le strutture, gli ispettori hanno fatto numerose segnalazioni di acquirenti che hanno ricevuto animali malati o morenti.
Insomma, non si potrà presto vendere i cagnolini "a scatola chiusa". Ed esultano le associazioni animaliste. Wayne Pacelle , presidente di The Humane Society negli Stati Uniti, ha detto che sta lavorando sulla questione da quasi due decenni. "Le vendite di cani per corrispondenza erano un problema prima dell'uso diffuso del web. E gli scambi su Internet hanno peggiorato le cose", ha spiegato. Per poi sottolineare: "Ci sono centinaia di migliaia di cani, a cui vengono negate le cure veterinarie, che languono in piccole gabbie metalliche".

Fonte: Nelcuore.org
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